In BSD, abbiamo avviato da tempo un’importante ricerca attorno al tema del design delle interfacce uomo-macchina (nonché HMI) nel settore industriale, con lo scopo di comprenderne lo stato attuale e individuare eventuali trend emergenti.
I primi risultati che emergono in modo evidente dall’indagine condotta finora, permettono di constatare che siamo nel corso di quel grande cambiamento che ha come obbiettivo la realizzazione dell’Industria 4.0, attraverso il quale le aziende sono chiamate ad affrontare temi riguardanti lo sviluppo tecnologico, la creazione di una fabbrica intelligente, automatizzata e interconnessa.
In generale, una caratteristica piuttosto evidente è che le aziende del settore facciano proprie tecnologie innovative e d’avanguardia nei loro prodotti, aspetto che spesso non trova riscontro nel design dell’interfaccia integrata nei macchinari stessi. Questo disallineamento tra le parti è un aspetto critico molto diffuso.
L’ampia digitalizzazione e l’automazione, oltre a evolvere i sistemi industriali stessi, hanno portato una complessità sempre maggiore, alimentando la nascita di molteplici sfide progettuali. Anche al di là del settore industriale, questi fenomeni hanno permesso lo sviluppo di nuovi linguaggi di interazione e stili visuali all’avanguardia, capaci di soddisfare il fabbisogno tecnologico e culturale emergente. L’evoluzione delle tecnologie e dei sistemi industriali nella loro interezza, necessitano di interfacce usabili, in linea con il prodotto e adatte alle nuove funzionalità introdotte.
Nonostante i significativi progressi tecnologici, la stragrande maggioranza delle interfacce segue ancora dei paradigmi di progettazione adottati per i primi sistemi digitali. Ad oggi, lo stato delle HMI industriali è estremamente eterogeneo, con la gran parte delle aziende che propongono macchinari con interfacce in “stile anni ‘80” e solo le poche restanti che hanno iniziato a evolvere le proprie interfacce digitali, di cui poche in linea con gli stili più recenti. Ancora troppe realtà connesse al dominio della produzione industriale, devono avvicinarsi ai temi dell’ergonomia cognitiva, dell’usabilità e dell’accessibilità. Tutto ciò permette di constatare che la User Experience (UX) è la User Interface (UI) sono materie ancora non ampiamente trattate in questo particolare dominio e che la progettazione di HMI usabili sta crescendo troppo lentamente.
Nei casi in cui le HMI industriali sono rimaste fortemente legate al passato, le interfacce e le interazioni passano ancora attraverso pulsanti e monitor disposti a bordo macchina, con caratteristiche visuali e interattive ancorate a modelli datati e poco efficaci. In tali casi, le tematiche relative all’ergonomia cognitiva, all’usabilità e all’accessibilità sono totalmente assenti. Uno dei problemi più ricorrenti riguardo il design di questi prodotti digitali è che la progettazione è spesso presa in carico da membri interni alle aziende che non possiedono competenze di UX, UI ed ergonomia.
Nonostante ciò, tra le aziende del contesto industriale più sensibili al cambiamento, sta crescendo l’attenzione verso una progettazione User-Centred, al fine di prevenire e ridurre gli errori umani e di migliorare le performance generali degli operatori industriali. Oltre all’avvio di progetti concreti volti all’evoluzione delle relative HMI, appaiono interessanti i casi di aziende che evidenziano un processo di progettazione User-Centred per i propri prodotti, esplicitando il vantaggio competitivo, nonché produttivo, che questo apporta. Ed ecco che nei rispettivi siti-web compaiono tematiche, o spesso semplicemente termini, quali “User-Experience”, “interfacce user-friendly”, “progettazione orientata all’utente” o “incentrata sulla persona” e “interfacce usabili”.
Lavorare con un approccio User-Centred nel pieno di queste trasformazioni è necessario per far evolvere l’interfaccia utente a pari passo con l’intero sistema produttivo/industriale a cui fa riferimento. Non si tratta solo di offrire all’utente finale un buon software con una buona interfaccia, ma soprattutto di realizzare prodotti o macchinari coerenti nella loro interezza, usabili, accessibili, sostenibili e inclusivi, costituendo così un vantaggio reale per le aziende del settore. Il modo più efficace per farlo consiste nel collaborare con gli utenti finali e coinvolgerli durante l’intero processo progettuale, dalla raccolta dei bisogni, delle necessità e delle aspettative, alla definizione dei requisiti di progetto, dalla presa di decisioni fino allo sviluppo effettivo del progetto. La collaborazione tra designer, organizzazioni e utenti nella progettazione di un artefatto complesso, tipico del settore industriale, è necessaria per ottenere un prodotto pensato per le persone che lo useranno e che sia volto al miglioramento dell’interazione uomo-macchina.
Poter osservare la diffusione della progettazione incentrata sui bisogni e sulle aspettative delle persone all’interno delle organizzazioni è senz’altro un ottimo segnale. Tuttavia, è necessario e fondamentale contribuire con grande sforzo a un’ulteriore divulgazione di queste tematiche. Oltre alle attività puramente progettuali, il ruolo dei designer è anche quello di diffondere questa consapevolezza in tutte le aziende e promuovere lo sviluppo di soluzioni usabili ed economicamente vantaggiose.